giovedì 17 gennaio 2013

Un 2013 di....


 
 
Parola per il 2013

“Una sicura salvezza” (2 pietro 1:10)

Intro  (Giovanni 13:12)

Avete compreso quello che ho fatto?

Prima di gettarci nel nuovo anno è importante che ci fermiamo a considerare l’anno passato. La storia fa parte dell’uomo .(Historia vitae magistra) cioè: la storia maestra di vita. Le esperienze passate devono generare un bagaglio, un ricordo utile per il nuovo anno. (Romani 5:4) Ognuno di noi dovrebbe scrivere le lezioni che ha imparato nel 2012, per non dimenticarle.

Perché Gesù chiede loro: “Avete capito quello che ho fatto”?   

1) Gesù stava mostrandosi  in una veste nuova, dopo i  miracoli e i Suoi sermoni ora mostrava se stesso come servo degli uomini. Gesù insegna loro , attraverso il principio dell’esempio. Questo nuova immagine di Gesù crea perplessità e resistenze da parte di Pietro , il discepolo esuberante che vuole sempre combattere (Giovanni 13: 8) . La resistenza di Pietro , nei confronti dell’azione di Gesù, comporta il rischio di essere escluso . Ciò significa anche un’altra cosa:

2) Gli uomini in generale e anche i discepoli si ribellano a quello che non comprendono. Ecco perché Gesù è premuroso nel domandare se hanno capito.

Il rischio è quello di procedere nel futuro poveri e ribelli perché non abbiamo compreso l’agire di Cristo verso le nostre vite. In generale l’uomo resiste a Dio perché non lo conosce e non capisce il Suo operare nei suoi confronti. L’uomo si ribella verso ciò che non comprende e preferisce ignorare quello che gli sfugge.

 

3) Troviamo però in questa circostanza anche motivo di gioia, perché quello che i discepoli non avevano capito fino a quel momento, ora lo capivano. Il mistero di Dio fatto carne per servire l’uomo , ora era  esemplificato e andava applicato alla loro vita , come Gesù lo applicava alla propria vita (Giovanni 13: 15,17).

Il mistero non rimane tale per sempre. E quando ci troviamo nella condizione di non  comprendere tutto, vale la regola descritta in
(Giovanni 13:7) .

 

Gesù procede nello spiegare il perché di quel lavaggio, cioè quello che Lui aveva fatto a loro , essi dovevano farlo agli altri. Le nostre esperienze, sia quelle dolorose che quelle di vittoria  con Dio,   possono diventare un aiuto per quanti si trovano in circostanze simili. Non servono per farci salire sul piedistallo della saccenza, ma sul carro dell’assistenza. (1 Timoteo 1:16) 

Adesso passiamo al 2013 senza dimenticare quanto ricevuto nel 2012.

 

Dovremmo come chiesa , impegnarci nel rendere sicura la nostra elezione e vocazione (2 Pietro 1:10) .

COME FARLO ?

1) L’apostolo  indica nell’ impegno a coltivare le virtù della vita cristiana , un mezzo per assicurare la nostra vocazione e salvezza. (2 Pietro 1: 10)

 

2) Si coltiva la nostra vita come  : Ricordando , le esperienze vissute con il Signore, come detto prima, anche se supponiamo di averle acquisite. Ricordando le verità anche se le conosciamo. Ricordare è anche  sinonimo di ripetere ed’ è una forma pedagogica per inculcare , stabilire le virtù di Dio nella nostra vita. (2 Pietro 1:12 )

La chiesa e i suoi leader, non sono maestri di novità , benché annuncino la “Buona nuova notizia”, ma sono chiamati a rendere chiare e pratiche quelle virtù che  donano felicità e stabilità all’esistenza dell’individuo.

 

Il contrario è descritto nel (verso 9) del capitolo in questione , come dimenticare e perdere. Chi infatti non si impegna nel coltivare le virtù, rischia in due direzioni:

 

A) Verso il passato, diventa cieco e miope e dimentica il perdono , le liberazioni attuate dal Signore , le ricchezze della presenza di Dio nella propria vita e famiglia.

 

B) Verso il futuro perché non usufruisce delle promesse di Dio, che donano speranza e forza alla vita quotidiana.(2 Pietro 1: 3- 4)

 

L’ impegno non deve essere vissuto come uno sforzo, inteso a guadagnarci il paradiso, né come un merito che ci dà credito davanti a Dio. NO

L’impegno è la risposta nostra all’amore incondizionato di Dio, il quale ci ha messo in grado di partecipare alla Sua natura. (2 Pietro 1:4)

E’ la risposta all’amore di Cristo che ci ha donato tutte le cose che servono per vivere quotidianamente e spiritualmente. (2 Pietro 1 :3)

L’impegno è la risposta alla grazia di Dio , alla Sua potenza che opera in noi,  e con noi. (2 Pietro 1: 5)

 

Conclusione:

 

Il nostro  impegno è il segno distintivo che L’AMORE DI DIO è ENTRATO NEI NOSTRI CUORI. ( Giovanni 3:16)

 
 Fabrizio

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