lunedì 7 marzo 2016

Alcuni killer di un servizio gioioso


I killer di un servizio gioioso ( Filippesi 3: 1-7)

 

Il legalismo uccide la gioia nel servizio. Esso distrugge la gioia naturale che Dio ha stabilito nel servire gli altri, niente come questo nemico distrugge i ministri nel servizio gioioso a Dio.

Partiamo dalla domanda COS’ E’ IL LEGALISMO ?

Il legalismo è sostituire  nel servizio a Dio e nel cristianesimo in genere il ruolo e il rituale con la nostra relazione con Gesù. Esso è una trappola subdola che ci spinge a focalizzarci su quello e quanto noi facciamo per Gesù piuttosto di  quanto Egli ha fatto per noi.

L’apostolo Paolo in Filippesi 3, ci indica come lui sia riuscito a sfuggire alla trappola del legalismo, in questo processo di liberazione egli ci mostra quali sono i punti forti del legalismo, purtroppo ancora oggi queste trappole scattano nella vita dei  credenti.

 

·        Il legalismo è porre eccessiva fiducia nel rituale. Nel verso 5 egli dice “ di essere circonciso l’ottavo giorno”.  Anche oggi molti si vantano della loro partecipazione ai culti, del  loro battesimo, o del fatto che prendono parte alla santa cena come un atto che li rende migliori degli altri credenti. Queste cose sono buone e richieste da Dio, ma non sono da usare come strumento di approvazione o di vanto nei confronti degli altri o davanti a Dio.

 

·        Sempre nel verso 5, egli dice “Io sono della tribù di Beniamino”. Egli sta dicendo che il suo pedigree è autentico e regale di sangue blu ebraico, noi diremmo evangelico. Ai giorni nostri alcuni si vantano più dei loro legami di parentela con qualche pezzo da novanta che della loro relazione con Gesù. E’ chiaro e soprattutto biblico che è una benedizione avere parenti che hanno servito e servono il Signore con tutto il cuore, ma questo non ci mette in una posizione di favore davanti a Dio .

 

 

·        Paolo continua il suo discorso dicendo “ Ebreo di ebrei” (verso 5c). A questo punto entra in gioco il fattore religioso.  Molti oggi si vantano più della loro denominazione e del sistema della loro denominazione che del loro rapporto con Dio e con gli altri fratelli. Quando andremo in cielo Gesù non ci chiederà  a quale denominazione apparteniamo, ma cosa abbiamo fatto dei Suoi doni, dei suoi talenti, dell’opportunità che ci ha dato e soprattutto di Lui. Abbiamo obbedito alla  Sua volontà ?
 
 
 
·        Nel (verso 6) entra in gioco la parola IRREPRENSIBILE  
Paolo dice“ Nei confronti della legge Fariseo”. Come molti di noi sanno, i Farisei erano ai tempi di Gesù  l’elité religiosa. Avevano persino l’autorità o l’arroganza (fate voi) di trasformare i 10 comandamenti in 613. Questo per vagliare i veri religiosi e i falsi. Essi non cuocevano un uovo nel giorno di sabato perché era un lavoro.  Addirittura non schiacciavano una mosca in giorno di sabato perché era lavoro. Paolo parlando del suo passato religioso sta dicendo “io ero un campione di legalismo”.
 
 
  •     Il legalismo punta molto sull’attivismo, ( verso 6b)” in quanto allo zelo…persecutore della chiesa”. Egli sta dicendo : Mi davo da fare più di tutti, organizzavo più campagne anti cristiane degli altri, molto più nella difesa della sana tradizione ebraica. Oggi molti si vantano eccessivamente delle loro iniziative, le pubblicizzano sui social, come se fossero certificati di una chiesa viva. Inoltre aumentano le preghiere e stilano statistiche sulle persone che evangelizzano o battezzano. E’ ovvio che dobbiamo fare il massimo per l’evangelo, ma ricordando che il primo obbiettivo è “rendere felice Dio in quello che facciamo” e non le statistiche.

 

In tutte le cose che abbiamo descritto sopra non c’è nulla di male, fino a quando non alterano il nostro rapporto con Dio e gli altri ponendoci sopra un piedistallo che Gesù non ci ha dato. Fino a quando non ci spingono a misurarci con gli altri  e ci fanno dimenticare che Dio ci ha amati per primo e ci ha dato la gioia di servirlo. Se poniamo troppa enfasi su queste cose perdiamo la gioia di servire Dio  e il ministero diventa carnale.

 

L’antidoto al legalismo è la grazia, cioè sapere che non puoi meritare il favore di Dio, che non strappi la Sua approvazione a motivo della tua performance. Che il tuo servizio non è il risultato dei tuoi meriti ma della Sua vocazione e chiamata.

 

DISTOGLIERE IL NOSTRO SGUARDO DA COSA GESÙ HA FATTO PER NOI  E FISSARLO SU COSA O QUANTO NOI FACCIAMO PER LUI È PERICOLOSO , VERAMENTE PERICOLOSO.

 

Fondare la nostra giustizia sul nostro servizio è eresia, noi siamo giusti esclusivamente grazie al sangue di Gesù.

Dio non ci amerà di più, perché facciamo tanto e non ci amerà di meno perché facciamo meno è soltanto perdere l’occasione di sperimentare la gioia di servire.

Il cristianesimo fondamentalmente è un servizio che nasce da una relazione con una persona Gesù Cristo. In (Giovanni 15) Gesù dice “ Chi dimora in me e nel quale io dimoro porta molto frutto”.

 

Sovvertire la giusta relazione causa ed effetto significa partorire un servizio cinico e professionistico di cui nessuno di noi ha bisogno.

 

DIO CI BENEDICA

 

RICK WARREN   

mercoledì 10 febbraio 2016

Idee per conquistatori di anime





7  Armi da sfruttare per diventare un conquistatore di anime

Gesù disse ai Suoi  “ Seguitemi e vi faro pescatori di uomini “ (Matteo 4:19 ), l’implicazione di quanto detto è chiara se noi realmente seguiamo Gesù   diventiamo pescatori  esperti di anime. Inoltre le Sue ultime parole prima di ascendere in cielo furono ”Andate per tutto il mondo e fate discepoli di tutte le nazioni” (Matteo 28 :19).  I Cristiani del nuovo testamento andavano da tutto seminando la parola (Atti 8:4).

Come possiamo diventare efficaci testimoni per Lui ?

 1. Chiedi a Dio  di donarti un peso evangelistico  per gli altri . Chiedigli di farti vedere il mondo come Lui lo vede  e di mostrarti un numero  di persone per le quali vuole che tu preghi. Inizia a pregare per queste persone   chiedendo a Dio di donarti qualche opportunità per vincerle a Gesù. Un canto antico dice così  “Signore metti qualche anima sul mio cuore e amala attraverso di me fa che io faccia la mia parte per portarla a te”.

2. Vivi una vita Cristiana coerente e consistente davanti a queste persone Gesù disse “ Voi siete la luce del mondo, fate risplendere la vostra luce davanti agli uomini, affinché  vedano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli” (Matteo 5:14-16). La chiesa porta la croce  quando vive in obbedienza e onestà in un mondo corrotto, , quando si sforza di amare in un mondo che odia  e cerca di perdonare in un mondo ferito e amareggiato.  Inoltre mostra ferma fiducia in Dio e autentica fede in un mondo che facilmente entra  nel panico. E’ chiaro che non parliamo di essere perfetti o senza peccato, ma di una crescita verso un cristianesimo maturo che conquista   il rispetto delle persone, per  poi condurle a Cristo.

3. Impariamo a costruire ponti con le persone che non conoscono Cristo . Dopo che il Signore ci ha mostrato qualche persona per cui pregare cerchiamo di trovare delle occasioni per entrare in contatto con loro. Ci viene detto nei vangeli che Gesù  entrò nella casa di Zaccheo dove trovò altre persone a cui parlare e portare salvezza, mentre rimaniamo consapevoli che la chiesa è la nostra famiglia spirituale, coltiviamo amicizie con le persone che non conoscono Gesù per conquistarle a Lui. Dio ti ha posto in maniera specifica nella scuola o nel lavoro dove sei, oppure in un dato luogo perché vuole farsi conoscere a quelle persone attraverso te. Ci sono  delle persone a cui puoi arrivare solo tu…..

4. Memorizziamo il vangelo . Impariamo I versetti della bibbia che possono aiutarci nel conquistare anime . Dovremmo sapere a memoria versi come: (Romani 3:23; Giovanni 3:16 ; Romani 6:23) e altri ancora. Questi versi sono  veri capisaldi per  l’evangelizzazione . Iimparare i versi  significa anche avere dimestichezza sul loro significato e riuscire a condividerlo con le persone .

5. Essere sempre aperti e pronti spiritualmente per condividere Cristo. Pietro nella sua epistola scrive: “Santificate il Signore nei vostri cuori e siate sempre pronti per rendere testimonianza della speranza che è in voi a coloro che ve lo chiedono” (1 Pietro 3:15).

6. Se le opportunità per condividere Cristo non arrivano naturalmente , createle   artificialmente.  Cioè organizzate qualcosa che vi dia occasione di testimoniare,  invitando  qualcuno per un thè o altro, ma non rimaniamo troppo a lungo in attesa per l’occasione giusta, sforziamoci di condividere il vangelo, e invitiamo qualcuno in chiesa o ad una preghiera ricordandogli che  “Lui/Lei ha bisogno di Cristo”.  

7. Affidiamo I risultati a Dio. Noi siamo responsabili per la semina ma è Dio che fa crescere e raccogliere. A noi è stato affidato il mandato di testimoniare , ma è Dio che salva e converte. Dopo che abbiamo fatto il nostro meglio, lasciamo a Dio il resto . A questo proposito è utile ricordare la testimonianza di un uomo Edward Kimball  che voleva  vincere a tutti i costi qualche persona al Signore Gesù. Tra i suoi amici c’era un giovane che si chiamava  Dwight Moody, così andò a trovarlo nel posto dove lavorava con il cuore in gola  e poggiando la  mano sulla sua spalla  gli disse di accettare Gesù… ma la reazione del giovane non sembrò affatto compiacente e così l’uomo andò via pensando di aver fatto un buco nell’acqua. Ma  il giovane amico quel giorno alla fine del suo lavoro uscì dal negozio , nato di nuovo e diventò uno tra i più proficui  evangelisti della sua generazione.  
A presto
Fabrizio Terregna

Questo articolo è stato estratto  da “Punto di svolta”  un giornale cristiano curato dal Dr. David  Jeremiah's .

 
 

venerdì 13 novembre 2015

LA PREGHIERA CHE PREVALE


«Gesù, Figlio di Davide, abbi pietà di me!"

 

Bartimeo era cieco. La sua anima stanca giaceva insieme al suo corpo ai lati della strada. La sua cecità lo aveva reso così. Non appena  capì  che  Gesù passava   si mise a gridare . Non voleva che il Figlio di Davide  passasse vicino a  lui,  senza dargli quello che desiderava .

Le sue prime grida non ottennero  alcuna risposta da parte di Gesù. Ma soltanto  uno "stai tranquillo" da parte della folla che seguiva Gesù.  Bartimeo  però non aveva intenzione di “stare tranquillo”, proprio quando l'unica persona che aveva il potere di dargli la vista era così vicino.

Non era il momento della cortesia , non era il momento di lasciarsi fermare dalla legge religiosa che impediva ai mendicanti ciechi di  violare lo spazio sacro  di un rabbino. Non era neanche  il momento del fatalismo passivo che dice  "Ci  penserà  Dio ".

No, questo era  il  l “Carpe Diem” della disperazione.  Era il tempo del prevalere sopra le opposizioni.  Il  momento di una santa (legittima) esigenza  .  Al principiò sembrava che il  Figlio di Davide non ascoltasse le  grida di Bartimeo  così lui iniziò  a gridare più forte : "Figlio di Davide, abbi pietà di me!"

 

I rimproveri si fermarono Improvvisamente. Il ronzio della folla si  calmò.

L’ adrenalina aumentò velocemente nella vita di Bartimeo  quando qualcuno gli disse:

«Coraggio. Alzati  Gesù  ti chiama. "Si alzò e fu spinto dove era Gesù .

 

Quando la guida si fermò, una voce gli  disse: «Che cosa vuoi che io faccia per  te ?» La voce era paziente, gentile, ma sicura  come  non aveva mai sentito prima. Le parole sembravano poggiare su un’autorità eterna, come se stesse parlando  il monte Sion.

 

Bartimeo sentì improvvisamente la sua indegnità nell’ affrontare Gesù. Ora la sua parola  è un misto di disperazione e riverenza. "Rabbi, fammi recuperare la vista."

 

Ci fu una pausa di silenzio. Il cuore di Bartimeo era un martello; le mani sudate.

Poi la voce disse ancora: «Va '; la tua fede ti ha salvato ".

 

Prima che le parole  finissero  Bartimeo inizio a  sentire una strana sensazione nei suoi occhi.

I nervi  ottici furono ravvivati e iniziarono a  rilevare la  luminosità, quindi  notò le immagini. Potrebbe essere? I condotti lacrimali cominciato a traboccare, sia per lubrificare la congiuntiva sia per esprimere una gioia appena nascente dopo le tenebre. Con gli  occhi contratti dalla brillantezza del sole di mezzogiorno, Bartimeo iniziò a stropicciarseli.

 

Quando li riaprì, Bartimeo guardava negli occhi intensi di  un giovane uomo. Un'ondata di emozioni  passarono su di lui. Non era sicuro di quello che avrebbe visto, ma in qualche modo non era il Gesù che si aspettava. La voce straordinaria proveniva da  un uomo che sembrava sorprendentemente ordinario.  Poi notò  gli occhi di tutti  in tutti i volti che lo circondavano. E un applauso salì da quelli che potevano vedere che il cieco  vedeva.

 

Quando Bartimeo si voltò per  guardare, vide la schiena del Figlio di Davide. Gesù era già diretto verso Gerusalemme. Le sue parole, "Va la tua fede ti ha salvato"  risuonanavano ancora nelle sue orecchie . C'è voluto un po’ di tempo a Bartimeo per decidere  che Gesù era ormai la sua “Via”.

 

Bartimeo ci insegna a pregare

 

Bartimeo ci insegna qualcosa di molto importante sulla preghiera.

Questa storia scritta in (Marco 10: 46-52) è un modello di preghiera che prevale, non solo nella sua perseveranza o “testardaggine”, ma nella sua dinamica.

 

Una preghiera reale  inizia con un desiderio reale, spesso rasenta la disperazione. Allora gridiamo a Dio, e lui sembra non  rispondere. Siamo scoraggiati dalle circostanze, e talvolta anche dalle persone, che vogliono che smettiamo di pregare.

In che modo, Dio vuole che noi rispondiamo e reagiamo a tutto questo?

Vuole che continuiamo  a chiedere e a gridare più forte!

 

Non essere timido in preghiera. Dio non è alla ricerca di pregatori gentili  che seguono il protocollo . Nei vangeli ci sono molte storie di persone che nel bisogno reale di una risposta hanno trasgredito il protocollo giudaico e hanno ottenuto la risposta che cercavano. Dio cerca una preghiera persistente, che prevale . La persistenza della vedova in (Luca 18: 1-8),  che irritava il giudice ingiusto , è proprio la qualità che Dio cerca in coloro che chiedono ed è incoraggiante per noi. Dio sta cercando coloro che sono disposti a "gridare a lui giorno e notte" (Luca 18: 7). Sta cercando disperatamente dei Bartimeo che pretendono di essere ascoltati, per la quale  una  non risposta non è una risposta. Sta cercando chi vuole "sempre pregare senza stancarsi "(Lc 18, 1). Sta cercando persone nella quale "trovare la fede sulla terra" (Luca 18: 8).

 

Ascoltate questa domanda incredibile  di Gesù: "Che cosa vuoi che io faccia per te" sembra ovvio

Lo sai? Di  cosa sei alla disperata ricerca ? Non essere vago, si specifico. Non siate paurosi, ma audaci. Il Figlio di Davide è vicino.

Seguiamo l'esempio di Bartimeo e non lasciamo passare il Figlio di Davide senza darci una risposta. Qualunque sia la sua risposta , Egli ci aprirà gli occhi alla Sua gloria strabiliante.

 

Dio promette di dare giustizia rapidamente ai suoi eletti che pregano insistentemente (Luca 18: 8). Forse vuole dirci che  Egli è pronto a risponderci "rapidamente" se da parte nostra,determiniamo a gridare più forte, a pregare giorno e notte,  incessantemente nella fede, fino a quando ci risponde. Egli ama quel tipo di fede.

giovedì 10 settembre 2015

Quando tutto quello che hai è un "FORSE". ( 1 Samuele 14 : 6 )


Il Nuovo Testamento, insegna che senza fede è impossibile piacere a Dio
 (Ebrei 11:6)

Il capitolo inizia  così : La fede è certezza di cose che si sperano, dimostrazione di cose che non si vedono. (Ebrei 11: 1)

Inoltre la quasi totalità dei miracoli operati dal Signore Gesù hanno richiesto la fede .

Ma la bella notizia è che non devi aspettare di avere una fede perfetta per ottenere un miracolo ,  puoi iniziare oggi con quella che possiedi.

Infatti la storia del miracolo descritta in  (1 Samuele 14: 6) contiene 
UN “FORSE”    che diede inizio alle danze.

Leggendo  le parole di Gionatan è chiaro che non possiede una  fede certa , lui possiede una fede storica che si basa su quanto ascoltato dall’esperienza altrui   ma non sul fatto che Dio farà qualcosa per loro, e interverrà nella loro situazione.
 
Il quadro storico della  situazione ci aiuterà a capire, il perché della fede  debole.



1) Avevano permesso al nemico di derubarli della parola :  (1 Samuele 13:22)  Nel giorno della battaglia avvenne che in mano a tutta la gente che era con Saul e con Gionatan non si trovava né una spada né una lancia; se ne trovava soltanto in mano di Saul e di Gionatan suo figlio.

Noi sappiamo che la spada è il simbolo della parola di Dio come dice
(Ebrei 4: 12 ) inoltre dovremmo sapere che quando manca la parola di DIO la povertà spirituale prende il sopravvento. In ( 2 Pietro 1: 3-4 ) ci viene detto che Dio ha provveduto  tutte le cose che servono alla vita, esse sono disponibili e presenti  nella parola di Dio  , attraverso la parola di Dio noi veniamo a conoscenza della risposta di Dio alla nostra situazione.

Non è un caso che si attivò Gionatan la sola  persona oltre a Saul che aveva la spada al suo fianco  perché la parola non è solo conoscenza ma la potenza di Dio per chiunque crede. (Romani 1:17)

 Quella spada gli ricordava continuamente chi lui era e cosa doveva fare.



2) Essi lasciavano che fossero i nemici  a determinare il campo di applicazione della parola.
(1 Samuele 13: 19) Or in tutto il paese d'Israele non si trovava alcun fabbro, perché i Filistei dicevano: «Gli Ebrei non fabbrichino spade o lance». 20 Così tutti gl'Israeliti scendevano dai Filistei per affilare .

Allora abbiamo detto che il maligno li aveva privati della parola e modellava la loro mente relegando il ferro al solo uso domestico.

Noi periamo se permettiamo alle circostanze di modellare la nostra mente, e se deleghiamo all’ambiente in cui viviamo il campo di applicazione della parola.

(Proverbi 27:17) Il ferro affila il ferro, così l'uomo affila il volto del suo compagno.

Dobbiamo sapere con certezza con  chi ci  stiamo  affilando  o dovrei dire affiliando   perché ne dipende il campo di applicazione, l’avversario e il mondo  degraderanno sempre la parola di Dio alla sfera dell'improbabile  e della religione mentre noi sappiamo che Gesù può salvare completamente coloro che si rivolgono a Lui.
 
 
Il giovane Gionatan, non portava la sua spada ai filistei per affilarla e non disse nulla a suo padre,  (Forse ) per timore di essere scoraggiato, ma partì avendo con se una spada e un  “FORSE”.
 Non era il massimo come abbiamo detto prima , ma era il massimo di ciò che lui possedeva e con quel forse avanzava cercando un valico.  Camminava  con  poca fede e l’incertezza. Il futuro  non era chiaro ma sapeva che doveva avanzare per rompere l’oppressione . Non sapeva quale via avrebbe portato alla vittoria. Cioè sentiva che quella era la cosa giusta da fare ma non sapeva come.
 
In EFESINI 6 Paolo ci dice di prendere lo scudo della fede per spegnere i dardi infuocati del maligno.  Il dubbio è l’opposto della fede . A volte  quando siamo sicuri di una cosa  il diavolo vuole rubarcela o farla morire. Ma ci sono anche delle volte che semplicemente non è chiaro quale passo dobbiamo compiere, avendo il sentimento di qualcosa da parte di Dio ma in maniera astratta. D’altronde la fede è richiesta proprio quando c’è insicurezza e incertezza, l’uomo cerca certezze ma per arrivarci devi affrontare e vincere le incertezze. Gionatan avanza avendo vicino a lui  un altro “pazzo” che crede ai miracoli mettendo a repentaglio la sua vita.
LA STORIA CONTINUA DICENDO : ( 1 Samuele 14 ;11)
11 Così si fecero vedere tutti e due dalla guarnigione dei Filistei. E i Filistei dissero: «Ecco gli Ebrei che escono dalle grotte dove si erano nascosti!» 12 Gli uomini della guarnigione, rivolgendosi a Gionatan e al suo scudiero, dissero: «Venite su da noi, ché abbiamo qualcosa da dirvi». Gionatan disse al suo scudiero: «Sali dietro a me, poiché il SIGNORE li dà nelle mani d'Israele». 13 Gionatan salì, arrampicandosi con le mani e con i piedi, seguito dal suo scudiero. E i Filistei caddero davanti a Gionatan; e lo scudiero, dietro a lui, li finiva. 14 In questa prima disfatta, inflitta da Gionatan e dal suo scudiero, caddero circa venti uomini, sullo spazio di circa la metà di un iugero di terra. 15 Lo spavento si sparse allora nell'accampamento, nella campagna e fra tutto il popolo; la guarnigione e i guastatori furono anch'essi spaventati; la terra tremò; fu uno spavento terribile.
 
Quando tutto quello che possiedi è un  " FORSE"  hai  già abbastanza per attivarti , agire e muoverti in fede e Dio opererà le vittorie che ha preparato per te.
 
Apocalisse 3:7 «All'angelo della chiesa di Filadelfia scrivi: Queste cose dice il Santo, il Veritiero, colui che ha la chiave di Davide, colui che apre e nessuno chiude, che chiude e nessuno apre: 8 "Io conosco le tue opere. Ecco, ti ho posto davanti una porta aperta, che nessuno può chiudere, perché, pur avendo poca forza, hai serbato la mia parola e non hai rinnegato il mio nome.
A presto e Dio vi benedica donandovi vittoria piena nelle battaglie che state affrontando.
Fabrizio Terregna
 
ps. Thanks to Church leaders.com
 
 
 
 
 
 

lunedì 13 luglio 2015

La molecola della fiducia


 

L’ossitocina ovvero lo  Shalom di Dio nel sistema nervoso.

Prima di diventare un consulente in un programma che tratta  di violenza domestica, non avevo pensato molto all’ossitocina, l'ormone spesso definito come "la molecola della  fiducia." E 'un neurochimico spesso associato con il ciclo riproduttivo, e la sua forma sintetica , pitocin, viene utilizzato per indurre al  lavoro. Aiuta  il cervello durante  il parto, l'allattamento al seno e, crea un senso di calma e di sicurezza, promuovendo legami nel nucleo familiare. L'ossitocina è prodotta nell'ipotalamo, ed è poi rilasciato dalla ghiandola pituitaria quando sperimentiamo affettività . La maggior parte di noi esperimenta  il suo impatto per tutta la giornata, innescato da una varietà di esperienze umane.

Riflettendo sul ruolo di questo ormone, noto l'effetto calmante quando mia figlia si appoggia contro di me in fila alla cassa, e la sensazione catartica  quando  mia moglie mi strofina la schiena perchè sono in ansia. L'ossitocina funziona anche in modi più sottili: può essere rilasciato attraverso una conversazione piacevole con uno sconosciuto presso l'ufficio postale. L'ossitocina è al lavoro, quando mi incontro con gli altri nella mia chiesa, sperimentando la tranquillità della comunità.

L'ossitocina ci ricorda che siamo stati creati per avere relazione. Questo ormone fornisce la ricompensa, della soddisfazione come avviene per il cibo, solo per il fatto che hai relazione con altri. I vantaggi dell’ ossitocina non sono limitati all’ umore; aiuta la digestione, regola la frequenza cardiaca, riduce il desiderio di droga, migliora le abilità sociali, e  aiuta la generosità.

Gli scienziati hanno anche dimostrato che favorisce la monogamia; uno studio ha dimostrato che sotto l'influenza di ossitocina, uomini impegnati erano più propensi a mantenere le distanze da donne attraenti. Siamo fatti per perseguire la monogamia, avere  cura dei nostri figli, godere amicizie, e mantenere la pace con i conoscenti . L'ossitocina ci ricorda, a livello chimico  chi è Dio, la sua natura trinitaria che è in costante comunione con se stesso. E 'lo  shalom di Dio imballato in un ormone.

Il mio apprezzamento per questo ormone è cresciuta per tutto il tempo che ho lavorato come consulente nella  violenza domestica.  

 I nostri ricettori dell'ossitocina possono avere scarsa percezione di questo ormone a causa di traumi infantili o per la mancanza di contatti di affetto  . Anche se l'ossitocina lavora  a livelli alti di stress, al fine di regolare il nostro stato d'animo, coloro che subiscono stress costante possono sperimentare una ridotta capacità di creare e rilasciare ossitocina. E senza nuove esperienze di relazioni sicure, la capacità del cervello di produrre e rilasciare l'ossitocina ristagna.

L'ossitocina è solo uno dei tanti premi neurochimici che riceviamo. Ad esempio, la serotonina viene rilasciata quando ci sentiamo significativi e importanti. La dopamina è associata ai risultati  delle attività. L'adrenalina viene rilasciata quando c’è competizione , rischi, o qualcosa di nuovo.

COMUNQUE DIO HA VOLUTO CHE ANCHE IL NOSTRO SISTEMA NERVOSO  SPERIMENTASSE

LA SUA SHALOM- PACE.
QUALCOSA VORRA’ DIRE.
 
Behemoth- Rivista scientifica cristiana

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lunedì 11 maggio 2015


La primaria differenza tra sapienza e follia. Dr.Henry Cloud
 
 
Alcuni anni fa mi trovai a discutere  su un cambiamento con un uomo d’affari e come faccio di solito iniziai il mio lavoro, facendo domande per capire il contesto in cui tale processo doveva svilupparsi.
 
Velocemente mi resi conto che quest’uomo non voleva cambiare. Infatti tutta la sua conversazione con me era improntata sull’impossibilitò di cambiare, sulla mancanza di necessità di un cambiamento e sul perché egli non era responsabile dei risultati a cui la sua vita e la sua famiglia erano giunti.
Dieci minuti oltre nella  suddetta conversazione e realizzai che stavo parlando  con un tipo di persona che la bibbia chiama “folle”  col quale era assolutamente inutile parlare perché non avrebbe prodotto nessun risultato positivo. Vi siete mai trovati in simili circostanze dove è chiaramente inutile se non addirittura nocivo cercare ci convincere chi ritiene di non dover cambiare in nulla.
 Soltanto dopo molto tempo ed esperienza riuscì a vedere chiaramente la differenza tra una persona saggia ed una folle.
Innanzitutto cominciamo nel distinguere cosa non rende una persona  sapiente:
La posizione. Essere leader politici, economici o religiosi non ci rende automaticamente sapienti. D’altro canto si possono trovare persone sagge tra giardinieri , collaboratori  e uomini in posizioni comuni.
L’intelligenza. Avere un master dell’università oppure aver scritto libri non ci rende automaticamente saggi. Al contrario si può incontrare la sapienza in persone con un diploma o addirittura con licenza d’istruzione inferiore. Certamente l’istruzione e la conoscenza sono strumenti che aiutano, ma non determinano il grado di sapienza.
 Il talento. Possedere un talento naturale, creativo o artistico  non  rende  sapiente. A volte alcune persone che sembrano meno talentati, possiedono la sapienza come la bibbia la intende.
 In accordo con Salomone la cosa che mostra la maggiore differenza tra una persona sapiente e una folle:
 è la capacità di ricevere istruzione e correzione. (Proverbi 1:5, 9:8-9, 10:8, 12:15, 15:12 ec)
Una persona sapiente:
  1. Mentre ascolta impara e trattiene lezioni per la sua vita.
  2. Accetta la responsabilità e vede l’opportunità di migliorare.
  3. Applica l’istruzione e mette in pratica il consiglio senza rimandare.
Quando hai un dialogo con una persona che possiede saggezza, al termine della conversazione oltre che un beneficio, realizzerai che la tua vita è migliore di prima.
Al contrario quando incontri un folle, al termine del dialogo penserai  che non si può migliorare e soprattutto che il problema è sempre negli altri, nelle circostanze o qualsiasi altra cosa.
Altro segno che ho riscontrato è : il senso di piacere nel parlare con una persona di sapienza e il senso di frustrazione nel parlare con una persona che ritiene di sapere tutto.
Concludo dicendo che quando si incontra una persona che  ritiene di non dover cambiare, che non riceve l’istruzione e il consiglio è meglio smettere di parlare e provare con altre strategie.
  1. Smettere di fare tentativi di convincimento.
  2. Dichiarare gli assoluti di cui Gesù e gli apostoli hanno parlato.( es. Giovanni 3:5-6, 3:18-19)
  3. Mostrare le conseguenze delle proprie azioni e decisioni.
A presto
Fabrizio Terregna
Questo articolo è stato estratto dal libro “Conclusioni Necessarie” del  Dr.Henry Cloud.