I killer di un servizio gioioso ( Filippesi 3: 1-7)
Il legalismo uccide la gioia nel servizio. Esso
distrugge la gioia naturale che Dio ha stabilito nel servire gli altri, niente
come questo nemico distrugge i ministri nel servizio gioioso a Dio.
Partiamo dalla domanda COS’ E’ IL LEGALISMO
?
Il legalismo è sostituire nel servizio a Dio e nel cristianesimo in
genere il ruolo e il rituale con la nostra relazione con Gesù. Esso è una
trappola subdola che ci spinge a focalizzarci su quello e quanto noi facciamo
per Gesù piuttosto di quanto Egli ha
fatto per noi.
L’apostolo Paolo in Filippesi 3, ci indica come lui
sia riuscito a sfuggire alla trappola del legalismo, in questo processo di
liberazione egli ci mostra quali sono i punti forti del legalismo, purtroppo
ancora oggi queste trappole scattano nella vita dei credenti.
·
Il
legalismo è porre eccessiva fiducia nel rituale. Nel
verso 5 egli dice “ di essere circonciso l’ottavo giorno”. Anche oggi molti si vantano della loro
partecipazione ai culti, del loro
battesimo, o del fatto che prendono parte alla santa cena come un atto che li
rende migliori degli altri credenti. Queste cose sono buone e richieste da Dio,
ma non sono da usare come strumento di approvazione o di vanto nei confronti
degli altri o davanti a Dio.
·
Sempre nel verso 5, egli dice “Io sono della tribù di Beniamino”. Egli
sta dicendo che il suo pedigree è autentico e regale di sangue blu ebraico, noi
diremmo evangelico. Ai giorni nostri alcuni si vantano più dei loro legami di parentela
con qualche pezzo da novanta che della loro relazione con Gesù. E’ chiaro e
soprattutto biblico che è una benedizione avere parenti che hanno servito e
servono il Signore con tutto il cuore, ma questo non ci mette in una posizione
di favore davanti a Dio .
·
Paolo
continua il suo discorso dicendo “ Ebreo di ebrei”
(verso 5c). A questo punto entra in gioco il fattore religioso. Molti oggi si vantano più della loro
denominazione e del sistema della loro denominazione che del loro rapporto con
Dio e con gli altri fratelli. Quando andremo in cielo Gesù non ci chiederà a quale denominazione apparteniamo, ma cosa
abbiamo fatto dei Suoi doni, dei suoi talenti, dell’opportunità che ci ha dato
e soprattutto di Lui. Abbiamo obbedito alla Sua volontà ?
·
Nel
(verso 6) entra in gioco la parola IRREPRENSIBILE
Paolo
dice“ Nei confronti della legge Fariseo”. Come molti di noi sanno, i Farisei erano ai tempi di Gesù l’elité religiosa. Avevano persino l’autorità
o l’arroganza (fate voi) di trasformare i 10 comandamenti in 613. Questo per
vagliare i veri religiosi e i falsi. Essi non cuocevano un uovo nel giorno di
sabato perché era un lavoro. Addirittura
non schiacciavano una mosca in giorno di sabato perché era lavoro. Paolo
parlando del suo passato religioso sta dicendo “io ero un campione di
legalismo”.
- Il legalismo punta molto sull’attivismo, ( verso 6b)” in quanto allo zelo…persecutore della chiesa”. Egli sta dicendo : Mi davo da fare più di tutti, organizzavo più campagne anti cristiane degli altri, molto più nella difesa della sana tradizione ebraica. Oggi molti si vantano eccessivamente delle loro iniziative, le pubblicizzano sui social, come se fossero certificati di una chiesa viva. Inoltre aumentano le preghiere e stilano statistiche sulle persone che evangelizzano o battezzano. E’ ovvio che dobbiamo fare il massimo per l’evangelo, ma ricordando che il primo obbiettivo è “rendere felice Dio in quello che facciamo” e non le statistiche.
In tutte le
cose che abbiamo descritto sopra non c’è nulla di male, fino a quando non
alterano il nostro rapporto con Dio e gli altri ponendoci sopra un piedistallo
che Gesù non ci ha dato. Fino a quando non ci spingono a misurarci con gli
altri e ci fanno dimenticare che Dio ci
ha amati per primo e ci ha dato la gioia di servirlo. Se poniamo troppa enfasi
su queste cose perdiamo la gioia di servire Dio e il ministero diventa carnale.
L’antidoto al
legalismo è la grazia, cioè sapere che non puoi meritare il favore di Dio, che
non strappi la Sua approvazione a motivo della tua performance. Che il tuo
servizio non è il risultato dei tuoi meriti ma della Sua vocazione e chiamata.
DISTOGLIERE
IL NOSTRO SGUARDO DA COSA GESÙ HA FATTO PER NOI E FISSARLO SU COSA O QUANTO NOI FACCIAMO PER
LUI È PERICOLOSO , VERAMENTE PERICOLOSO.
Fondare la
nostra giustizia sul nostro servizio è eresia, noi siamo giusti esclusivamente
grazie al sangue di Gesù.
Dio non ci
amerà di più, perché facciamo tanto e non ci amerà di meno perché facciamo meno
è soltanto perdere l’occasione di sperimentare la gioia di servire.
Il
cristianesimo fondamentalmente è un servizio che nasce da una relazione con una
persona Gesù Cristo. In (Giovanni 15) Gesù dice “ Chi
dimora in me e nel quale io dimoro porta molto frutto”.
Sovvertire
la giusta relazione causa ed effetto significa partorire un servizio cinico e
professionistico di cui nessuno di noi ha bisogno.
DIO CI
BENEDICA
RICK WARREN
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