martedì 25 giugno 2013

ESSERE O NON ESSERE... (Parte Seconda )


Serie Fondamenti - “Essere o non Essere” Parte Seconda (Efesini 1:1-14)

 

Introduzione : (Efesini 2:10) Noi siamo opera Sua.

 

La società dice: Più possiedi , più vali,  più diventerai importante.

La religione dice: più fai, più sei utile per te e per gli altri, più avanzerai verso il  paradiso.

La bibbia dice: prima di fare e di avere devi sapere chi sei, prima sai  chi sei e prima smetterai di essere qualcun altro.

Questa sera valuteremo un altro aspetto di chi siamo, attraverso (Filippesi 1: 6-12-14).

 

Noi siamo la lode della Sua gloria e grazia. Noi siamo una lettera, letta da tutti gli uomini, scritta dal dito di Dio   (2 Corinzi 3).
 
Nell’Antico testamento in modo specifico nella legge si offrivano in sacrificio gli animali .

Nel libro dei salmi, viene raccontato di un guerriero e cantore dal nome Davide che offriva lodi e ringraziamento.

Nel Nuovo Patto con Gesù noi andiamo oltre,   non solo offriamo lode e ringraziamento a Dio, ma noi stessi diventiamo  una lode e un ringraziamento. 

NOI SIAMO  UNA LODE A DIO.

Un piccolo esempio può aiutarci a comprendere meglio queste parole:

Noi siamo come altoparlanti che trasmettono all’esterno una melodia che viene da uno strumento suonato abilmente da un musicista. Il musicista che crea armonie è Dio, lo strumento col quale Dio compie tali armonie è Cristo e noi siamo gli altoparlanti che diffondono all’esterno.

Come Dio opera per farci diventare a Lode della Sua grazia ?

 

1) ADOTTANDOCI.

L’adozione è una delle espressioni dell’amore di Dio.

Questa avviene  all’inizio, prima dei nostri sforzi, della nostra dignità, delle nostre capacità.

La Sua adozione ci rende forti  perché non è basata sul nostro merito, ma su una scelta di Dio.

Due immagini dell’adozione:

A differenza delle adozioni  , che riguardano in genere i bambini,  Dio adotta persone adulte, che in molti casi sono arrabbiate  e ribelli, proprio nei riguardi  di Dio.

Per questo l’adozione biblica ha due aspetti:

Uno è attrattivo, perché come pecore senza pastore, eravamo bambini fragili senza genitori affettivi.

L’altro è repulsivo, perché volutamente ribelli alla Sua volontà.

Noi eravamo attrattivi e repulsivi allo stesso tempo.

Scopi di Dio nell’adozione:

a) Dio ci ha adottati  per mostrare la Sua grazia  attraverso noi.

b) Dio ci ha adottati per mostrare  la Sua gloria.

(Oggi molti vedono nel vangelo la possibilità per ottenere solo qualcosa di semplicemente terreno.)

c) DIO ci ha adottati per ristabilire la Sua immagine in noi.

d)Dio  ci ha adottati  per fare diventare Gesù il centro del nostro mondo.

L’ ADOZIONE HA UN COSTO (Verso 7).

Anche nell’ adozione biblica  come nell’adozione naturale ,  c’è un prezzo da pagare,
un costo per tutti, per chi adotta e per chi viene adottato.

A Dio è costato il figlio amato, a noi  l’obbligo di sottostare  alla disciplina paterna  del
Signore. L’ Amore non esclude la disciplina .

Qual' è  il padre che non disciplina il figlio?

Alcune persone per evitare questo costo non si  legano  a nessuno, ma ogni  relazione
 degna di tale nome  ha un costo.
 
Anche noi dovremmo  applicare la legge dell’adozione verso gli altri:

Senza aspettare la perfezione.
Attraverso una scelta d’amore, sapendo che costerà qualcosa.

 

2) SIGILLANDOCI  (Verso 13)

Dio ci ha sigillati con il Suo Spirito per  farci  vivere A Lode Della Sua Gloria.

Cosa significa essere sigillati nella bibbia ?

A) In Matteo 27:66 significa  AUTORITA’,

Gesù rompe il sigillo della morte , dei romani e dei religiosi.

B) In  Apocalisse 20:3 significa PROTEZIONE

Satana è legato e la sua prigione è sigillata.

C) In Romani 4:11  significa AUTENTICITA’

Abramo riceve il sigillo come segno della sua fede genuina.

D) In APOCALISSE 7:3 significa  INTEGRITA’

I servi sono sigillati per non essere corrotti o danneggiati.
 
 

Per Concludere riepiloghiamo.
 

Dio ci rende “A lode della Sua gloria” adottandoci attraverso Gesù

e sigillandoci con il Suo Spirito Santo.
 
Past.

Fabrizio Terregna

 

 
 

 

 

 

 

mercoledì 19 giugno 2013

Essere o non essere .... (Parte Prima)


Serie Fondamenti

 

Titolo: Essere o non essere questo è il problema. (Romani 1: 1-7)

 

La celebre frase di Shakespeare, evidenzia  il bisogno di avere un’identità chiara.

Non smetterò mai di sottolineare la necessità  che ogni essere umano ha di trovare se stesso. Questo vale anche per quei cristiani che ancora non sanno chi sono in Cristo.

Gesù prima di chiarire le Sua missione , dichiarò la Sua identità dicendo diverse volte :IO Sono,  Lo stesso principio vale per ognuno di noi , prima di scoprire quello che possiamo fare o quello che dobbiamo fare, dovremmo  per forza scoprire chi siamo.

Introduzione   (Proverbi 25:26)

Il verso soprascritto rimarca uno dei rischi che si corre a causa di un identità debole.

L’empio (satana) potrebbe farci vacillare dalla nostra posizione di figli di Dio, dalle nostre convinzioni,  e dai nostri  principi a causa di una fragile identità.

Potrebbe farci  vacillare nelle tentazioni e nelle scelte, perché un identità debole rende debole tutto quello che facciamo e diciamo.

Un’identità debole ci fa diventare persone e cristiani del tentativo e non della certezza.  

La nostra carta d’identità , non dice se siamo magri o grassi , se corriamo  veloci o no, non elenca le nostre  passioni  ma descrive con chiarezza i tratti essenziali e fondamentali della tua persona. Come cristiani  noi sappiamo di essere figli di Dio e non figli di un genitore innaturale.

(Giovanni 13:3)Gesù sapeva, che era proceduto  da Dio e che ritornava a Dio, noi non possiamo vacillare sulla certezza che Dio ci ha fatto nascere e a Lui torniamo.

Anche l’apostolo Paolo inizia ogni rapporto  epistolare, partendo da questo punto di forza: egli conosce la sua identità in  Cristo.

In (Romani cap. 1:1-7)

Paolo si identifica come servo(Verso 1), non come credente o cristiano (Religione).

Servo di una persona morta diversi anni prima, che ora si dice è risorto.

La parola servo a quei tempi descriveva una condizione chiara e definita.

Il servo era visto in modo diverso da ebrei e cristiani: per i romani era una persona che doveva la vita al suo padrone , quest’ultimo disponeva di lui come meglio credeva e se lo riteneva opportuno poteva perfino ucciderlo.

Per gli ebrei il servo era una risorsa, una persona su cui investire, per poter in caso di necessità affidargli le questioni di famiglia ( IL servo di Abramo).

Paolo quando si identifica come servo a queste due immagini in mente.

La parola servo nel cristianesimo non vuole rimarcare la bassezza della persona, perché Dio dona dignità alle persone, ma vuole sottolinearne l’appartenenza(1 Corinzi 6:20 e Cap. 7:23).

 

 

 

(Esodo 21:2-6)  Ci dice che fondamentalmente esistevano due categorie di servo:

Quello comprati a cui tutti appartenevano e  quello innamorato  che rimaneva nella casa per scelta. Il primo era a tempo infatti al giubileo poteva andarsene  l’altro è per sempre.

Noi siamo servi comprati e innamorati.

 

 

2)Paolo si definisce uno che: è stato chiamato( Versi 1-6-7).

Con questa parola Paolo  intende mostrare  l’azione specifica dello S. Santo, nel portare a Dio le persone. Il  cristianesimo genuino deve la sua efficacia e crescita al coinvolgimento diretto di Dio nel Suo mezzo. Ognuno che vive un rapporto di fede con Gesù, che ne sia cosciente o meno è stato “contattato” direttamente da Dio, attraverso i moderni discepoli. La chiamata diretta di Dio ci ha  portato fuori dalla condizioni precedente di  estranei, per introdurci  a quella di figli.

Noi non siamo resi figli di Dio  dalla capacità manipolativa umana dell’ eloquenza o altro.  Ma direttamente da Dio attraverso lo strumento da lui usato.

La nostra figliolanza è da Dio, e questo ci responsabilizza verso di lui.(Giovanni 3:1-8)

Se  la nostra chiamata è dagli uomini allora  sarai schiavo degli uomini. Dovrai ingraziarti le loro simpatie. (Galati 1: 6 e 10)

Paolo prende la sua importanza non da cosa compie lui per Gesù, ma da cosa Gesù ha compiuto in lui.

 

3)Paolo si definisce  messo da parte per l’evangelo(Verso 1)

Con questa  parola vuole sottolineare la scoperta dello scopo di Dio , per la sua vita.

Ogni cristiano dovrebbe conoscere gli scopi generali di Dio per la propria vita.

La parola separato o messo da parte è la stessa usata per  “Fariseo” che letteralmente significa “Segregato- isolato” ma la differenza nell’applicazione è immensa. Infatti i farisei , si auto separavano per promuovere la loro setta religiosa, attraverso la manipolazione delle persone e della verità.

Paolo  invece non si è separato dagli altri per fare qualcosa di personale, questo accadeva  prima nella religiosità, ma  è Gesù che lo ha chiamato sulla via di Damasco e dedicato a uno scopo preciso : L’evangelo. Questo accade a tutti quelli che Dio chiama, la Sua opera li allontana dal male per dedicarli ad uno scopo nuovo.

Dio non ci separa dagli uomini , ma ci manda tra gli uomini come servitori di Gesù.

 

Fabrizio Terregna

 

Anche nei (versi 6-7) viene detto che anche noi siamo  stati chiamati direttamente da Gesù

Cristo, amati da Dio,  chiamati ad essere santi, c’è uno scopo essere santi,  separati dal male.

La santità è il dono di amore del PADRE, che ti mette in condizione di essere e vivere come LUI.

Perché è importante la santità: (Verso 4) Gesù è l’esempio: Nato nella carne come tutti, MA

La santità ti stabilisce come “Figlio di Dio” ti rende stabile in Dio.

Ti mantiene in autorità sul male.

Ti assicura una vita di resurrezione.

Torniamo così al verso di apertura : Il giusto vacilla davanti al male, per insicurezza.

 

Past.
Fabrizio Terregna
 

 

venerdì 17 maggio 2013

Troppo bello per essere vero.


Serie Incontri – Parte seconda

Titolo :Troppo bello per essere vero” 

Testo (Giovanni 4:15-24)

 

Introduzione

 

Il cristianesimo è gustoso.

C’è qualcosa di speciale nel conoscere Dio.

1)La parola di Dio è dolce. ( 1 Pietro 2: 3)

2)Lo Spirito di Dio è acqua viva.  ( Ebrei 6: 4 )

3)La relazione con Dio è rigenerante. ( Salmo 34:8)

Tutta la bibbia mostra l’incontro con Gesù , come qualcosa di estremamente attraente.

Pietro disse: Da chi andremo ?  Solo tu hai parola di vita eterna.

Quando incontri Gesù un pensiero si affaccia alla mente “Troppo bello per essere vero”.

Quando qualcosa non è un piacere diventa un dovere.  

Anche i doveri descritti nella bibbia possono essere vissuti con profondo piacere, perché c’è Gesù, se non ci fosse Lui, sarebbero solo estremi sforzi per compiacere un Dio tiranno.

 

La parola piacere significa:  vivere con piacere, essere compiaciuto da…., fare le cose con gioia.

Dio fa le cose con gioia, ecco perché  ama un donatore allegro.  (2 Corinzi 9:7)

Siccome  Gesù è un piacere, quando lo incontri, avverti la Sua soddisfazione .

 

1) Quando incontri Gesù , desideri incontrarlo di nuovo. (Giovanni 4:15)

La donna espresse una richiesta : Dammi l’acqua affinché non torni qui.

Gesù le rispose : Chiama tuo marito e torna qui.

Cerchiamo di capire il perché di questa richiesta  e di questa risposta.

La richiesta della donna è l’atteggiamento tipico  di alcune persone  che vogliono soddisfare la loro insoddisfazione, ma mantenere la loro indipendenza.

In altre parole, lei sta dicendo risolvi i miei problemi e lasciami andare.

Ma questo è impossibile perché i problemi nascono dall’insoddisfazione, che si placa solo con la presenza costante di Gesù.

Come Cristo stesso disse :” L’acqua che Io gli darò, diventerà in lui una fonte”.

Inoltre  Gesù non acconsentì alla sua richiesta perché  amava la samaritana e desiderava incontrarla di nuovo.

Altra motivazione della richiesta della donna potrebbe essere:

Non vorrei più venire qui, perché al pozzo emergono tutti i miei fallimenti, le mie vergogne,

i miei dolori, le conseguenze delle mie scelte sbagliate, al pozzo tutti mi guardano,

devo affrontare il disprezzo, la solitudine e la  vulnerabilità perché non ho un marito. 

 

Ma Gesù, sa perfettamente come  intervenire per portare la donna dall’ambiguità  alla dignità.

Questo ci introduce al prossimo passo.

 

 

2) L’incontro con Gesù, guarisce attraverso la conoscenza di noi stessi: (Versi 17 / 19)

Gesù agisce andando  in profondità nel cuore della donna  per estirpare il suo male profondo.

Il dolore è generato dal male,  Gesù lo sa e vuole rimuoverlo con dolcezza e grazia.

Gesù non solo desidera perdonarci , ma anche liberarci dal male.

Le persone vorrebbero  gustare la vita, le relazioni, la libertà, il perdono e altro… attraverso  sistemi superficiali che hanno breve durata.

Gesù  invece rifiuta i sistemi palliativi e adotta il sistema che porterà la donna  ad una guarigione definitiva.

Ecco perché le dice: “Chiama tuo marito e torna qui”.

 Il  verso 17 e 18 , mostrano il caro prezzo della sete dell’anima.

La sua storia è chiara.5 mariti e un fidanzato”, per cercare di soddisfare la sete del suo cuore,

ma fu un fallimento.  Passa da persona a persona, da relazione a relazione, finché  Gesù

l’aiuta  a conoscere se stessa e i suoi reali bisogni.

La donna infatti gli dice: “Tu sei un profeta”,  tu mi conosci veramente e stai portando fuori la parte che io, non voglio guardare   (Gesù la stava guarendo).

 

3)L’incontro con Gesù ci rende “VERI ADORATORI” (Verso 23).

Questa richiesta è esplicita e chiara.

Gesù dice: “I veri adoratori devono adorare in spirito e verità”  .

Ma allora come può essere anche un piacere?

La donna è un modello di adorazione, nei (versi 17-18) viene elogiata da Gesù perché ha detto la verità , ma questo non fa di lei ancora una adoratrice, pur avendo aperto tutto il suo cuore.

Come  mai ?

Perché la donna sta adorando la persona sbagliata, (se stessa) ed è lei,  con i suoi problemi, i suoi desideri, i suoi sogni e le sue delusioni, il centro dell’attenzione e finché continuerà ad esserlo, non vivrà mai il piacere nell’adorazione.

La vera adorazione ci porta fuori da noi stessi per concentrarci a volto scoperto:

Sulla gloria del Signore che è infallibile

Sulla certezza del Suo amore

Sulla fiducia nella Sua saggezza  e nella Sua volontà di farci del bene.  (2 CORINZI 3:18)

 

Pastore            Fabrizio Terregna
 
 
 
 

Desiring God - Used with permission.

 

martedì 7 maggio 2013

Incontri Ravvicinati. (Prima Parte)


Serie: Incontri Ravvicinati

1 Incontro: La Samaritana:   ” Tu non sai chi sono io” (GIOVANNI 4:1-15)

Intro: 1 Giovanni 1:18

Una delle peculiarità del cristianesimo autentico è data dal fatto che le persone possono dire con certezza e abbondanza di prove che hanno incontrato Dio. Infatti i discepoli di Gesù si definivano testimoni oculari. Nella  bibbia c’è un filo conduttore che lega i protagonisti  della storia, essi hanno avuto un incontro personale e diretto con Dio, ognuno in modo diverso dall’altro, ma tutti con lo stesso risultato. Questa nuova serie titolata “Incontri ravvicinati” cerca di approfondire le dinamiche di alcuni incontri tra  Gesù e le persone del suo tempo.

LE COSE SONO CAMBIATE .  

 E’ meraviglioso! Non dobbiamo più scalare una montagna  come Mosè.

Non dobbiamo coprirci dietro ripari per paura. Né eseguire rituali esteriori preparatori.

Possiamo parlare con Dio faccia a faccia, attraverso la vita del Figlio di Dio : Gesù..

Questo è ciò che è accaduto alla samaritana, incontrare Dio, attraverso Gesù.

Nessuno ha mai visto Dio, Gesù ci ha mostrato CHI  LUI  È.  (Giovanni 1:18)

Questa donna ha avuto un grande privilegio, incontrare  Dio in forma umana, un privilegio che al principio non comprese.

1)L ’Incontro con Dio,  non è mai casuale (Versi 1-4)

Gesù lasciò la giudea e lo scrittore ci mostra le circostanze in cui  questo avvenne.

1) I farisei vennero a conoscenza del numero crescente dei discepoli e dei battesimi.

2) I Farisei  avrebbero potuto  usare  questo successo per screditare Giovanni il Battista.

3) L’invidia  dei farisei li avrebbe spinti a cercare di ucciderlo.

Giovanni 4:4, dice:  “Egli doveva passare per la Samaria”.

Questo ci mostra  che non furono le circostanze a guidare Gesù  ma  uno scopo.

Infatti la bibbia dice “ Io sono venuto a cercare e salvare ciò che era perduto”.

Possiamo dire chiaramente che questo incontro era previsto nell’agenda di Dio. 

Non dovremmo mai dare troppo valore alle circostanze esterne per  motivare un incontro  con Dio, ma evidenziare  la volontà di Dio che non vuole che nessuno perisca, ma abbia vita eterna.

 

2) L’incontro con Dio non è mai scontato: cioè avviene attraverso dei fatti inaspettati.

 Le azioni di Gesù, a volte ci sorprendono e ci  meravigliano.(Matteo 21:15)

Infatti la donna rimase meravigliata che  Gesù le chiedesse da bere. (Verso 9- Come mai tu chiedi a me, Tu che sei giudeo). L’incontro ravvicinato con Gesù porta sempre sorprese.

C.S Lewis scrisse un libro dal titolo “Sorpreso dalla gioia” dove spiegava questo aspetto della sua conversione. Probabilmente ognuno di noi potrebbe raccontare la meraviglia e la sorpresa che hanno accompagnato la propria esperienza con Gesù.

La sorpresa è data dallo scoprire che Gesù non è come tu lo immagini o come la religione lo dipinge.

Molti di noi non pensano  che Dio sia  felice anzi come dice uno scrittore “Dio è l’essere più felice” che esiste.

La domanda della donna ci introduce al terzo punto.

 

“Come mai” Gesù chiede da bere proviamo a rispondere:

 

3) L’incontro ravvicinato con Gesù ci aiuta a restaurare i  rapporti:

 Gesù restaura il rapporto con Dio, con gli altri e con noi stessi.

 Infatti è chiaramente scritto nel( verso 9) che i giudei non hanno rapporti con i samaritani.

Gesù  lavora con uno scopo, attraverso gesti inusuali, e manifestando la grazia.

Per evidenziare questo aspetto della grazia dobbiamo sapere  perché c’era tanto astio tra giudei e samaritani, un astio che durava da  secoli.

1)Perché si erano divisi dai giudei.

2) Si erano uniti in matrimonio con i  nemici, diventando impuri.

3)Avevano aderito alle forme religiose dei pagani, diventando idolatri.

Per cui abbiamo 3 spaccature: Personali, morali e religiose.

Tanto era il disprezzo che su questo pozzo c’era una scritta colorata “Fonte samaritana”.

Gesù chiede di bere dal suo secchio, cosa impossibile per un giudeo che voleva mantenersi puro

Gesù è seduto in un posto ottimale, da solo, e chiede di bere dalla stessa bottiglia di una donna adultera e immeritevole. Questo rappresenta la nostra condizione davanti a Dio:

1)Noi come loro ci siamo separati da Dio,

2)Abbiamo unito il nostro cuore  a falsi dei diventando idolatri

3)Abbiamo lavorato per un regno nemico di Dio.

Gesù viene per abbattere la nostra separazione, colmare la nostra lontananza e ricondurci al vero  Dio e Padre.

 

4)L’incontro con Gesù ci mostra la Sua reale grandezza:

Gesù opera in questa donna , per mostrargli la vera  grandezza:

La vera grandezza non è in un popolo o nella religione.

La vera grandezza è nel Padre e nel Figlio.

Dopo aver  abbattuto il muro di separazione, Egli abbatte un altro muro quello della cecità.

La cecità , ci impedisce di conoscere Dio per CHI realmente è.

La cecità spirituale genera ignoranza  e incredulità.

 E ’dimostrato dalle parole della samaritana (Versi 10-12). Gesù dice chiaramente “Se tu conoscessi il dono di Dio e Chi è Colui che ti parla , tu avresti chiesto”.

Qui è spiegato  come l’ ignoranza spirituale  condizioni la nostra relazione con Dio.

Inoltre influenza le nostre preghiere rendendole “Piccole”, perché i nostri occhi sono chiusi.

La donna rispose “Gesù tu non hai un secchio, Sei forse tu più grande di Giacobbe?

 Si rispose Gesù io sono più grande.

 E lo dimostrano :

Il mio dono , la mia acqua , la mia potenza ,la mia immortalità.

La superiorità di Gesù non è arrogante, ma è dimostrata dalle cose che Egli offre.

Di seguito elencate 5 cose:

 

1)Il dono di Dio (Gesù stesso)

2)Acqua viva (La Sua potenza operante)

3) Non avere mai più sete (L’appagamento)  

4) fonte di bene (La Sua gioia duratura)

5) La vita eterna ( Lo stato di felicità propria di Dio)

 

Questa è la salvezza:

Essere meravigliati del dono,

Soddisfatti dalla Sua presenza in noi,

Vivere un anticipazione della vita eterna .

 

Fabrizio Terregna

 

 

 

 
 
 
Alcune citazioni sono:

©2013 Desiring God Foundation. Used by Permission.

 

martedì 30 aprile 2013

Io l'ho incontrato.


Persone normali con una storia straordinaria.
Una nuova serie "Incontri Ravvicinati".

lunedì 15 aprile 2013

Chiesa Sanitaria Locale (Parte Terza)


La Chiesa sanitaria locale “Parte terza”

Guariti tramite la verità (Giacomo 5:19-20)

Intro (Salmo 107: 11 e 20)

Nei versi sopra scritti, vengono menzionate due tipi di guarigione previsti nella bibbia, la guarigione preventiva e la guarigione curativa.

Nel verso 11, viene detto che alcuni soffrivano perché avevano disprezzato le parole del DIO Altissimo. Qui si parla di coloro che possiedono e conoscono la parola di DIO , ma la allontanano con la conseguenza di diventare vulnerabili nelle battaglie della vita.

Nel verso 20 , si parla di coloro che non conoscono la parola di DIO, e vivono in condizione di angoscia per vari motivi , gridano a Dio che manda la Sua Parola e li guarisce.

In ambedue i casi, la soluzione e la motivazione si trovano nella Parola di DIO.

La parola di DIO è ancora uno degli strumenti principali per la guarigione.

Anche se l’essere umano può pregare per essere guarito, la Parola di Dio fornisce quell’ ausilio, che dona alla preghiera una certezza maggiore.

La guarigione senza la Parola di Dio “sembra” serpeggiare anche tra i credenti, ed è molto in voga nei santuari cattolici, nelle religioni orientali,

nel movimento new age.

Tutto questo è in chiara contraddizione con le leggi della scienza e con la bibbia.

Ci sono forme di spiritualità non fondate sulla parola di Dio, che illudono riguardo alla guarigione e potrebbero addirittura essere causa di malattie. (sette, gruppi chiusi , esperienze mistiche).

Giacomo presenta proprio questo tipo di credente, che pensa di essere sano e salvo pur vivendo lontano dalla verità.

 Egli inizia così : Fratelli se qualcuno si svia dalla verità. Si può essere credenti e vivere lontano dalla verità? Certo che no, ma molti vivono questa condizione. Come mai?

Una citazione dice: Le cose che osserviamo di meno, sono quelle che abbiamo sempre davanti.

Questo è vero anche per la bibbia, il libro più famoso, più venduto, più longevo, presente nelle case di milioni di persone , ma purtroppo dimenticato.

 La Parola di Dio rimane potenziale inespresso finché rimane sul comodino.

 Nella bibbia c’è l’Iddio da scoprire, che si rinnova ogni mattina, che ha una nuova buona notizia per ogni uomo, a dispetto della noia con cui la si vorrebbe dipingere.

I movimenti che trascurano la parola di Dio, sono paragonabili nella sostanza alla marmellata.

I movimenti più forti sono quelli che hanno “Il Libro” come punto di riferimento.

Sia l’ apostolo Giovanni che lo scrittore dell’epistola agli Ebrei , dicono che niente viene all’esistenza senza la Parola e che tutto il creato è tenuto in piedi dalla Parola.

La chiesa stessa viene definita “Colonna e Sostegno della verità” (1 Timoteo 3:14-15)

 

Noi possiamo stancarci dei predicatori, delle omelie, e altro, ma non possiamo mai stancarci  della Parola di Dio.

 

Si può frequentare una chiesa ed essere lontani dalla verità? Si , come mai ?

1) Si relativizza la Parola di Dio, mettendola sullo stesso piano di altre parole (es. tradizioni, abitudini, mass media, personaggi influenti).

2) Si affoga la Parola sostituendola con molteplici attività religiose, con ritualismi e funzioni poveri della Parola di Dio.

3) Si crede che la bibbia opprima la nostra libertà, mentre Gesù ha detto l’esatto contrario: Voi conoscerete la Verità e la Verità vi renderà liberi. La bibbia non è nata per opprimere nessuno,  ma per evitarci quei mali dovuti all’ignoranza spirituale.   

 

Come definisce Giacomo una persona che frequenta una chiesa ma è lontano dalla verità?

1) Peccatore.

2) Vive nell’errore .

3) Segue la propria via.

Questo sembra sostituirsi a  Gesù che disse : IO SONO LA VIA, LA VERITA’ E LA VITA(Giov.14:6).

Quale rischio corre chi continua a sottovalutare la Parola di DIO?

1)  La sua anima potrebbe morire .

2)  I peccati potrebbero rimanere irrisolti.

Senza la bibbia ci sono rituali dove gli uomini parlano di Dio, ma Dio non parla , manca una completa comunicazione, e senza comunicazione non sussiste relazione.

 

C’è speranza per chi è stato lontano dalla verità? SI, SEMPRE.

1)  Cristo attraverso la Sua chiesa continua a ricordare alle persone l’importanza della Sua Parola per la salvezza e la guarigione.

2) Cristo attraverso la Sua chiesa e I Suoi discepoli, continua a chiamarli  “fratelli” e non li tratta da nemici,  come fanno alcune sette.

3) Cristo dona il beneficio del dubbio a tutti , perché tutti  inconsapevolmente  possiamo ritrovarci lontani dalla verità.

 

Conclusione (GEREMIA 33)

Geremia ci dice che DIO stesso è desideroso di mettere le Sue leggi nel nostro cuore, in modo da non allontanarci più da LUI, che è la fonte della vita.

 

 

Past.

Fabrizio Terregna