Serie
Fondamenti
Titolo:
Essere o non essere questo è il problema. (Romani 1: 1-7)
La celebre
frase di Shakespeare, evidenzia il
bisogno di avere un’identità chiara.
Non
smetterò mai di sottolineare la necessità che ogni essere umano ha di trovare se stesso.
Questo vale anche per quei cristiani che ancora non sanno chi sono in Cristo.
Gesù prima
di chiarire le Sua missione , dichiarò la Sua identità dicendo diverse volte
:IO Sono, Lo stesso principio
vale per ognuno di noi , prima di scoprire quello che possiamo fare o quello
che dobbiamo fare, dovremmo per forza
scoprire chi siamo.
Introduzione
(Proverbi 25:26)
Il verso
soprascritto rimarca uno dei rischi che si corre a causa di un identità debole.
L’empio
(satana) potrebbe farci vacillare dalla nostra posizione di figli di Dio, dalle
nostre convinzioni, e dai nostri principi a causa di una fragile identità.
Potrebbe
farci vacillare nelle tentazioni e nelle
scelte, perché un identità debole rende debole tutto quello che facciamo e
diciamo.
Un’identità
debole ci fa diventare persone e cristiani del tentativo e non della certezza.
La nostra
carta d’identità , non dice se siamo magri o grassi , se corriamo veloci o no, non elenca le nostre passioni ma descrive con chiarezza i tratti essenziali
e fondamentali della tua persona. Come cristiani noi sappiamo di essere figli di Dio e non figli di un
genitore innaturale.
(Giovanni 13:3)Gesù
sapeva, che era proceduto da Dio e che
ritornava a Dio, noi non possiamo vacillare sulla certezza che Dio ci ha fatto
nascere e a Lui torniamo.
Anche l’apostolo
Paolo inizia ogni rapporto epistolare, partendo
da questo punto di forza: egli conosce la sua identità in Cristo.
In (Romani cap. 1:1-7)
Paolo si identifica come servo(Verso 1), non come credente o
cristiano (Religione).
Servo di
una persona morta diversi anni prima, che ora si dice è risorto.
La parola
servo a quei tempi descriveva una condizione chiara e definita.
Il servo
era visto in modo diverso da ebrei e cristiani: per i romani era una persona
che doveva la vita al suo padrone , quest’ultimo disponeva di lui come meglio
credeva e se lo riteneva opportuno poteva perfino ucciderlo.
Per gli
ebrei il servo era una risorsa, una persona su cui investire, per poter in caso
di necessità affidargli le questioni di famiglia ( IL servo di Abramo).
Paolo
quando si identifica come servo a queste due immagini in mente.
La parola
servo nel cristianesimo non vuole rimarcare la bassezza della persona, perché
Dio dona dignità alle persone, ma vuole sottolinearne l’appartenenza(1 Corinzi 6:20
e Cap. 7:23).
(Esodo 21:2-6) Ci dice che fondamentalmente esistevano due
categorie di servo:
Quello
comprati a cui tutti appartenevano e
quello innamorato che rimaneva
nella casa per scelta. Il primo era a tempo infatti al giubileo poteva
andarsene l’altro è per sempre.
Noi siamo
servi comprati e innamorati.
2)Paolo si definisce uno che: è stato
chiamato( Versi 1-6-7).
Con questa
parola Paolo intende mostrare l’azione specifica dello S. Santo, nel portare
a Dio le persone. Il cristianesimo
genuino deve la sua efficacia e crescita al coinvolgimento diretto di Dio nel
Suo mezzo. Ognuno che vive un rapporto di fede con Gesù, che ne sia cosciente o
meno è stato “contattato” direttamente da Dio, attraverso i moderni discepoli.
La chiamata diretta di Dio ci ha portato
fuori dalla condizioni precedente di
estranei, per introdurci a quella
di figli.
Noi non
siamo resi figli di Dio dalla capacità
manipolativa umana dell’ eloquenza o altro. Ma direttamente da Dio attraverso lo strumento
da lui usato.
La nostra
figliolanza è da Dio, e questo ci responsabilizza verso di lui.(Giovanni 3:1-8)
Se la nostra chiamata è dagli uomini allora sarai schiavo degli uomini. Dovrai ingraziarti
le loro simpatie. (Galati
1: 6 e 10)
Paolo
prende la sua importanza non da cosa compie lui per Gesù, ma da cosa Gesù ha
compiuto in lui.
3)Paolo si definisce messo da parte per l’evangelo(Verso 1)
Con questa parola vuole sottolineare la scoperta dello
scopo di Dio , per la sua vita.
Ogni
cristiano dovrebbe conoscere gli scopi generali di Dio per la propria vita.
La parola separato
o messo da parte è la stessa usata per “Fariseo” che letteralmente significa “Segregato-
isolato” ma la differenza nell’applicazione è immensa. Infatti i farisei , si
auto separavano per promuovere la loro setta religiosa, attraverso la
manipolazione delle persone e della verità.
Paolo invece non si è separato dagli altri per fare
qualcosa di personale, questo accadeva prima nella religiosità, ma è Gesù che lo ha chiamato sulla via di Damasco
e dedicato a uno scopo preciso : L’evangelo. Questo accade a tutti quelli che
Dio chiama, la Sua opera li allontana dal male per dedicarli ad uno scopo nuovo.
Dio non ci
separa dagli uomini , ma ci manda tra gli uomini come servitori di Gesù.
Fabrizio
Terregna
Anche nei (versi 6-7) viene detto che anche noi siamo stati chiamati direttamente da Gesù
Cristo,
amati da Dio, chiamati ad essere santi,
c’è uno scopo essere santi, separati dal
male.
La santità è il dono di amore del
PADRE, che ti mette in condizione di essere e vivere come LUI.
Perché è
importante la santità: (Verso 4) Gesù è l’esempio: Nato nella carne come tutti,
MA
La santità ti
stabilisce come “Figlio di Dio” ti rende stabile in Dio.
Ti mantiene
in autorità sul male.
Ti assicura
una vita di resurrezione.
Torniamo
così al verso di apertura : Il giusto vacilla davanti al male, per insicurezza.
Past.
Fabrizio Terregna
Nessun commento:
Posta un commento