Parola per il 2013
“Una sicura salvezza” (2 pietro 1:10)
Intro (Giovanni 13:12)
Avete compreso quello che ho fatto?
Prima di gettarci nel nuovo anno è importante che ci fermiamo a
considerare l’anno passato. La storia fa parte dell’uomo .(Historia vitae
magistra) cioè: la storia maestra di vita. Le esperienze passate devono
generare un bagaglio, un ricordo utile per il nuovo anno. (Romani 5:4) Ognuno
di noi dovrebbe scrivere le lezioni che ha imparato nel 2012, per non
dimenticarle.
Perché Gesù chiede loro: “Avete capito quello che ho fatto”?
1) Gesù stava mostrandosi in una
veste nuova, dopo i miracoli e i Suoi
sermoni ora mostrava se stesso come servo degli uomini. Gesù insegna loro ,
attraverso il principio dell’esempio. Questo nuova immagine di Gesù crea
perplessità e resistenze da parte di Pietro , il discepolo esuberante che vuole
sempre combattere (Giovanni 13: 8) . La resistenza di Pietro , nei confronti
dell’azione di Gesù, comporta il rischio di essere escluso . Ciò significa
anche un’altra cosa:
2) Gli uomini in generale e
anche i discepoli si ribellano a quello che non comprendono. Ecco perché
Gesù è premuroso nel domandare se hanno capito.
Il rischio è quello di
procedere nel futuro poveri e ribelli perché non abbiamo compreso l’agire di Cristo
verso le nostre vite. In generale l’uomo resiste a Dio perché non lo conosce e
non capisce il Suo operare nei suoi confronti. L’uomo si ribella verso ciò che
non comprende e preferisce ignorare quello che gli sfugge.
3) Troviamo però in questa
circostanza anche motivo di gioia, perché quello che i discepoli non avevano
capito fino a quel momento, ora lo capivano. Il mistero di Dio fatto carne per
servire l’uomo , ora era esemplificato e
andava applicato alla loro vita , come Gesù lo applicava alla propria vita
(Giovanni 13: 15,17).
Il mistero non rimane tale per
sempre. E quando ci troviamo nella condizione di non comprendere tutto, vale la regola descritta in
(Giovanni 13:7) .
Gesù procede nello spiegare il
perché di quel lavaggio, cioè quello che Lui aveva fatto a loro , essi dovevano
farlo agli altri. Le nostre esperienze, sia quelle dolorose che quelle di
vittoria con Dio, possono diventare un aiuto per quanti si
trovano in circostanze simili. Non servono per farci salire sul piedistallo della
saccenza, ma sul carro dell’assistenza. (1 Timoteo 1:16)
Adesso passiamo al 2013 senza
dimenticare quanto ricevuto nel 2012.
Dovremmo come chiesa , impegnarci
nel rendere sicura la nostra elezione e vocazione (2 Pietro 1:10) .
COME FARLO ?
1) L’apostolo indica nell’ impegno a coltivare le
virtù della vita cristiana , un mezzo per assicurare la nostra vocazione e
salvezza. (2 Pietro 1: 10)
2) Si coltiva la nostra vita
come : Ricordando , le esperienze
vissute con il Signore, come detto prima, anche se supponiamo di averle
acquisite. Ricordando le verità anche se le conosciamo. Ricordare è anche sinonimo di ripetere ed’ è una forma
pedagogica per inculcare , stabilire le virtù di Dio nella nostra vita. (2 Pietro
1:12 )
La chiesa e i suoi leader, non
sono maestri di novità , benché annuncino la “Buona nuova notizia”, ma sono
chiamati a rendere chiare e pratiche quelle virtù che donano felicità e stabilità all’esistenza
dell’individuo.
Il contrario è descritto nel
(verso 9) del capitolo in questione , come dimenticare e perdere. Chi infatti non
si impegna nel coltivare le virtù, rischia in due direzioni:
A) Verso il passato, diventa
cieco e miope e dimentica il perdono , le liberazioni attuate dal Signore , le
ricchezze della presenza di Dio nella propria vita e famiglia.
B) Verso il futuro perché non
usufruisce delle promesse di Dio, che donano speranza e forza alla vita
quotidiana.(2 Pietro 1: 3- 4)
L’ impegno non deve essere
vissuto come uno sforzo, inteso a guadagnarci il paradiso, né come un merito
che ci dà credito davanti a Dio. NO
L’impegno è la risposta nostra
all’amore incondizionato di Dio, il quale ci ha messo in grado di partecipare
alla Sua natura. (2 Pietro 1:4)
E’ la risposta all’amore di
Cristo che ci ha donato tutte le cose che servono per vivere quotidianamente e
spiritualmente. (2 Pietro 1 :3)
L’impegno è la risposta alla
grazia di Dio , alla Sua potenza che opera in noi, e con noi. (2 Pietro 1: 5)
Conclusione:
Il nostro impegno è il segno distintivo che L’AMORE DI
DIO è ENTRATO NEI NOSTRI CUORI. ( Giovanni 3:16)
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